PNRR, verso lo stop a Transizione 5.0: il governo punta sul rilancio degli incentivi 4.0

Il governo, nella Cabina di regia del 26 settembre 2025, ha approvato una proposta di revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che modifica profondamente la strategia sugli incentivi alle imprese. La misura “Transizione 5.0”, pensata per favorire investimenti in sostenibilità ed efficienza energetica, viene cancellata a causa della sua scarsa capacità di assorbimento: su 6,3 miliardi disponibili, le aziende hanno utilizzato finora poco più di 2 miliardi.

 

Più risorse per “Transizione 4.0”

Le somme recuperate verranno destinate al rafforzamento della misura “Transizione 4.0”, introdotta nel 2021 e rivelatasi uno strumento di forte attrattività per le imprese. Il credito d’imposta ha già stimolato in modo significativo gli investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati, risultando molto più efficace nel sostenere la trasformazione digitale del tessuto produttivo.
Parte delle risorse confluirà nel programma europeo InvestEU, per beneficiare di garanzie e cofinanziamenti comunitari.

 

Potenziamento degli strumenti strategici

Oltre a questa riallocazione, il governo ha previsto un incremento dei fondi per i Progetti Importanti di Interesse Comune Europeo (IPCEI), estendendo la partecipazione dell’Italia a iniziative come Idrogeno 3 e Sanità 1. Crescono anche le dotazioni per gli Accordi di Innovazione e per le misure a sostegno della manifattura Net Zero.
Nel comparto agroalimentare si segnala la riduzione dei contratti di filiera, compensata dall’istituzione del nuovo Fondo Agrisolare.

 

Nuovi fondi e flessibilità

La revisione introduce anche strumenti finanziari dedicati a migliorare la flessibilità nella gestione del PNRR: tra questi il Fondo Nazionale Connettività, il fondo per l’housing universitario e quello per le infrastrutture idriche.
Il focus non è più solo sulla realizzazione delle opere, ma anche sulla capacità dei gestori qualificati di allocare e utilizzare in modo efficiente le risorse. Particolare attenzione è riservata a PMI e Mezzogiorno, con la conferma del rafforzamento del credito d’imposta per beni strumentali e il sostegno alla ZES unica.

 

Impatti economici e scadenze

In totale, la revisione coinvolge 34 misure per un valore complessivo di 14,15 miliardi di euro, pari al 7,3% del PNRR (194,4 miliardi).
Il calendario è stringente: il nuovo piano dovrà essere trasmesso a Bruxelles entro l’8 ottobre 2025; la Commissione UE si pronuncerà il 23 ottobre con un via libera preliminare e l’ECOFIN darà il via libera definitivo entro il 13 novembre. Restano invariati i vincoli europei: tutti gli obiettivi dovranno essere raggiunti entro il 31 agosto 2026 e le richieste di pagamento presentate entro il 30 settembre 2026.