Schede tecniche INAIL per la sicurezza di macchine da cantiere e costruzione

Il documento sviluppato da INAIL raccoglie schede tecniche sulle macchine afferenti al tc 151 macchine per cantiere e costruzione, trattando le più significative non conformità rilevate, al fine di illustrare, rispetto allo stato dell’arte di riferimento, le soluzioni costruttive ritenute accettabili, e promuovere un miglioramento dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, come previsto nella mission istituzionale.

Partendo dalle informazioni ricavate dalla banca dati che Inail ha composto negli anni per gestire l’attività di accertamento tecnico per la vigilanza del mercato, si sono realizzate delle schede tecniche riferite alle macchine per cantiere e costruzione, per realizzare un archivio di pratico e immediato utilizzo tanto per gli organi di vigilanza territoriale quanto per fabbricanti, datori di lavoro/utilizzatori e distributori. Le schede tecniche collezionate trattano le principali non conformità rilevate sulle macchine per cantiere e costruzione, evidenziando, rispetto allo stato dell’arte di riferimento, le soluzioni costruttive ritenute accettabili. Naturalmente i documenti sono stati resi anonimi, recuperando esclusivamente le informazioni tecnicamente utili, senza alcun riferimento a dati sensibili (riferiti al fabbricante o alla circostanza in cui la macchina segnalata è stata rinvenuta), ma comunque garantendo un’informazione sufficiente per indirizzare eventuali interventi di approfondimento sulle macchine da verificare.

 

Struttura delle schede tecniche

Ciascuna scheda si compone di tre parti principali:

  • una prima parte descrittiva nella quale è individuata la tipologia di macchina, riportandone la denominazione specificata dal fabbricante nella dichiarazione CE di conformità e una sintetica descrizione che definisce la destinazione d’uso e le modalità di utilizzo; è inoltre specificato l’anno di immissione sul mercato al fine di definire lo stato dell’arte di riferimento e quindi individuare le soluzioni che potrebbero ritenersi accettabili; l’indicazione di tale data è utile anche in relazione all’eventuale norma tecnica di riferimento disponibile;
  • una parte dedicata alle norme tecniche armonizzate di riferimento: questa sezione non è sempre presente, perché ovviamente dipende dalla disponibilità di riferimenti tecnici pertinenti; si è riportata, ove disponibile, la norma armonizzata di tipo C (o eventualmente altre norme di ausilio alla definizione del parere tecnico illustrato nel seguito), indicandone la versione e la data di pubblicazione in gazzetta ufficiale.
  • una parte denominata “accertamento tecnico” che si compone a sua volta di due sottosezioni:
    • una dedicata alla segnalazione di presunta non conformità, nella quale viene descritta la situazione di pericolo ravvisata, evidenziando in modo chiaro e sintetico quanto riscontrato sull’esemplare oggetto di segnalazione, con riferimento alla parte della macchina coinvolta e alla situazione di utilizzo considerata. Per rendere maggiormente intellegibile la situazione riscontrata, ove disponibili, sono state inseriti foto e/o schemi. Sempre in questa parte si è collegata la situazione pericolosa alla carenza rispetto al requisito essenziale di sicurezza prescritto dalla direttiva, cercando di correlare la problematica al mancato rispetto delle prescrizioni dell’allegato I, indicando il requisito essenziale di sicurezza (RES) ritenuto non rispettato;
    • un’altra incentrata sul parere tecnico, nella quale, limitatamente alle carenze segnalate e quindi ai requisiti essenziali di sicurezza (RES) ritenuti presumibilmente non conformi, si è illustrato l’esito dell’accertamento tecnico condotto da Inail, sulla base della documentazione fornita dai fabbricanti, di pareri già espressi dall’autorità di vigilanza del mercato, di posizioni assunte nei consessi comunitari, nonché dello stato dell’arte di riferimento.

 

Per chi è utile il documento

Nello specifico il lavoro prodotto vorrebbe trasversalmente offrire spunti per:

  • fabbricanti e distributori di macchine per cantiere e costruzione, evidenziando le carenze più ricorrenti anche in relazione alle norme tecniche di riferimento;
  • organi di vigilanza territoriale, fornendo utili riferimenti per orientare l’attenzione in occasione di azioni vigilanza o inchieste infortuni su specifiche criticità emerse nel corso dell’attività di vigilanza del mercato;
  • datori di lavoro, rappresentando carenze e problematiche ricorrenti di questa tipologia di attrezzature, in modo da offrire indicazioni utili nella scelta dei prodotti in fase di acquisizione, prima della messa a disposizione per i lavoratori (ex combinato disposto dell’art. 71 comma 1 e dell’art. 70 comma 1).

L’accertamento tecnico per la sicurezza delle macchine per cantiere e costruzione

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Fonte: INAIL

 

																				

Rilevazione e analisi dei near miss: INAIL propone un nuovo modello per le imprese

È stato recentemente pubblicato il documento “Il supporto alle aziende per la segnalazione e analisi dei near miss: proposta di un modello tecnico-organizzativo” a cura di INAIL. Il progetto propone la sperimentazione di un modello di rilevazione dei near misses, specificatamente in alcuni comparti del settore “Manufatturiero” maggiormente significativi per complessità organizzativa e frequenza e gravità degli infortuni.

La rilevazione e segnalazione di near miss porta l’impresa a far emergere le criticità di tipo organizzativo, tecnico e comportamentale e a poterle correggere prima che possano sfociare in un infortunio con conseguenze dannose sul lavoratore. Le potenzialità di previsione e anticipazione di conseguenze di difetti presenti nel sistema e segnalabili con i near miss può apportare un valore aggiunto alla mera rilevazione degli infortuni. Si tratta, solitamente, di eventi numericamente superiori agli infortuni e più rappresentativi statisticamente e permettono di intervenire con azioni mirate e di migliorare i livelli di prevenzione e protezione offerti dall’azienda.

Il Report si apre con un quadro di riferimento degli infortuni nei settori in studio sulla base dei dati presenti negli archivi informatici dell’Inail e propone un modello tecnico-organizzativo ed una Istruzione Operativa di Sicurezza (IOS) per la rilevazione ed analisi dei near miss. Lo scopo del Report è proporre un modello di applicazione sostenibile per le imprese che consenta di realizzare l’implementazione di un sistema di sorveglianza dei near misses sia all’interno delle reti territoriali che a livello nazionale.

 

Il supporto alle aziende per la segnalazione e analisi dei near miss: proposta di un modello tecnico-organizzativo – INAIL

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Fonte: INAIL

 

 

																				

Linee guida per la gestione dei soppalchi a cura di ATS Val Padana

Un documento realizzato a cura di ATS Val Padana presenta linee guida per la gestione dei rischi connessi alla presenza nelle aziende di soppalchi e per assicurare la massima sicurezza tecnologicamente fattibile ma concretamente attuabile.

Questa Linea Guida sulla corretta gestione dei soppalchi industriali, nasce dall’esperienza sul campo dei Tecnici della Prevenzione del Servizio Pubblico (SPSAL). Al di là delle stesse norme e regolamenti, imprenditori e lavoratori, spesso, si limitano al rispetto del “minimo di Legge” e la “Legge” non sempre è chiara ed applicabile nel caso specifico. Serve pertanto, un comune sforzo per compensare ciò che manca e dare piena applicazione allo “spirito” delle Direttive Europee in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il documento presenta alcuni casi concreti e offre al lettore spunti di miglioramento dei livelli di sicurezza, riporta inoltre indicazioni in merito alle problematiche connesse alle scale di accesso e ai soppalchi su macchine e impianti

 

ATS Val Padana “Linee Guida Gestione Soppalchi”

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Fonte: ATS Val Padana

																				

Dati ILO: ogni anno nel mondo muoiono 3 milioni di lavoratori per infortuni e malattie professionali

L’ILO-International Labour Organization stima che 395 milioni di lavoratori in tutto il mondo abbiano subito infortuni non mortali sul lavoro. Quasi tre milioni di lavoratori muoiono ogni anno a causa di infortuni e malattie professionali, un aumento di oltre il 5% rispetto al 2015, secondo le nuove stime dell’istituto.

La maggior parte di questi decessi legati al lavoro, per un totale di 2,6 milioni, derivano da malattie professionali. Secondo l’analisi, gli incidenti sul lavoro rappresentano gli ulteriori 330.000 decessi. Le malattie circolatorie, le neoplasie maligne e le malattie respiratorie figurano tra le prime tre cause di morte correlata al lavoro. Insieme, queste tre categorie contribuiscono per più di tre quarti alla mortalità totale correlata al lavoro.

I nuovi dati, inclusi nel rapporto dell’ILO, A Call for Safer and Healthier Working Environments, sono stati presentati al 23° Congresso mondiale sulla sicurezza e la salute sul lavoro, una delle più grandi conferenze internazionali su questo argomento, svoltasi a Sydney dal 27 al 30 novembre di quest’anno.

Il rapporto sottolinea che muoiono più uomini per incidenti legati al lavoro (51,4 ogni 100.000 adulti in età lavorativa) rispetto alle donne (17,2 ogni 100.000). La regione dell’Asia – Pacifico presenta la più alta mortalità correlata al lavoro (63% del totale globale) a causa delle dimensioni della forza lavoro della regione.

L’agricoltura, l’edilizia, la silvicoltura, la pesca e l’industria manifatturiera sono i settori più pericolosi, con 200.000 infortuni mortali all’anno, ovvero il 63% di tutti gli infortuni mortali sul lavoro.

Per potenziare gli sforzi globali volti a garantire un ambiente di lavoro sicuro e sano, l’ILO ha introdotto un nuovo piano, la Strategia globale sulla sicurezza e la salute sul lavoro per il 2024-2030. L’obiettivo è dare priorità al benessere dei lavoratori in linea con l’impegno dell’ILO nei confronti della giustizia sociale e della promozione del lavoro dignitoso in tutto il mondo.

La strategia incoraggia i membri dell’ILO ad agire su tre pilastri:

  1. migliorare i quadri nazionali di sicurezza e salute sul lavoro (SSL) rafforzando la governance, promuovendo dati affidabili e sviluppando competenze; in secondo luogo;
  2. rafforzare il coordinamento, i partenariati e gli investimenti nella SSL a livello nazionale e globale; 
  3. migliorare i sistemi di gestione della SSL sul posto di lavoro, sviluppando linee guida per la trasformazione di genere e adattandole a pericoli, rischi, settori e occupazioni specifici.
																				

Al via la campagna europea 2023 dedicata a salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale

La Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, che si svolge ogni anno in ottobre (43esima settimana dell’anno), rappresenta il punto culminante di ogni campagna «Ambienti di lavoro sani e scuri». Con la conferenza stampa del 25 ottobre tenuta a Bruxelles, Eu-Osha ha lanciato ufficialmente la campagna Ambiente di lavoro sani e sicuri 2023-25.

L’edizione per il prossimo biennio sarà dedicata alla salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale per sensibilizzare sull’impatto delle nuove tecnologie digitali sul lavoro e sui luoghi di lavoro e alle correlate sfide e opportunità in materia di salute e sicurezza sul lavoro (SSL).

Di seguito elenchiamo i principali ambiti su cui verteranno le numerose iniziative e attività per il 2023-2025. 

 

Robotica avanzata e intelligenza artificiale

I sistemi basati sull’intelligenza artificiale e la robotica avanzata stanno trasformando il modo in cui il lavoro umano viene progettato ed eseguito. Tali sistemi incorporati (ad esempio la robotica) o non incorporati (ad esempio le applicazioni intelligenti) sono in grado di compiere azioni – con un certo grado di autonomia – per svolgere compiti fisici o cognitivi e conseguire obiettivi specifici.

Ciò ha notevoli implicazioni positive, non solo in termini di produttività delle imprese ma anche di SSL. Ad esempio, i lavoratori possono essere rimossi da ambienti e mansioni pericolosi e il carico di lavoro può essere ottimizzato. Tali sistemi possono svolgere compiti ripetitivi ad alto rischio o non creativi, che sono associati a una serie di rischi tradizionali ed emergenti in materia di SSL, lasciando ai lavoratori i compiti a basso rischio e il contenuto produttivo o addirittura creativo del lavoro.

Tuttavia, numerose sfide per la SSL in relazione all’uso di tali sistemi basati sull’IA sul luogo di lavoro (derivanti principalmente dall’interazione di tali sistemi con i lavoratori, come collisioni impreviste, eccessivo affidamento su di essi e altro ancora), ma anche relative agli aspetti psicosociali e organizzativi, esistono effettivamente e devono essere affrontate.

La ricerca in questo settore individua ed esamina le opportunità, le sfide e i rischi associati all’uso della robotica avanzata e dei sistemi basati sull’IA per l’automazione dei compiti, sia fisici che cognitivi, evidenziando una serie di questioni aggiuntive, tra cui l’interazione uomo-macchina e la fiducia.

 

Gestione dei lavoratori tramite l’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale e le tecnologie digitali hanno dato origine a nuove forme di gestione dei lavoratori. A differenza delle forme di gestione tradizionali che dipendono in larga misura da supervisori umani, la gestione dei lavoratori basata sull’IA fa riferimento a nuovi sistemi e strumenti di gestione che raccolgono dati in tempo reale sui comportamenti dei lavoratori da varie fonti al fine di informare la dirigenza e sostenere decisioni automatizzate o semiautomatizzate basate su algoritmi o forme più avanzate di intelligenza artificiale.

La ricerca in questo settore individua ed esamina le opportunità offerte da questi nuovi sistemi per la gestione basata sull’IA, in quanto possono sostenere le decisioni volte a migliorare la SSL sul luogo di lavoro quando sono concepite e attuate in modo trasparente e i lavoratori sono informati e consultati.

La ricerca rileva e analizza inoltre le sfide e i rischi normativi, etici e relativi alla vita privata, nonché le preoccupazioni in materia di SSL, in particolare in termini di fattori di rischio psicosociali che derivano anche da queste nuove forme di monitoraggio e gestione dei lavoratori.

 

Lavoro su piattaforma digitale

Per lavoro su piattaforma digitale si intende qualsiasi tipo di lavoro retribuito fornito su una piattaforma digitale, attraverso di essa o per sua mediazione, ossia un mercato online che opera su tecnologie digitali e facilita l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il lavoro svolto attraverso le piattaforme può essere molto diversificato: può comportare compiti complessi o semplici, compiti cognitivi o manuali, può essere fornito online ed essere interamente virtuale oppure in loco ed essere svolto di persona.

Il lavoro su piattaforma digitale offre opportunità occupazionali ai lavoratori in aree geografiche in cui tali opportunità sono carenti o a gruppi emarginati di lavoratori, tuttavia comporta anche una serie di sfide e rischi per la SSL dei lavoratori che occorre affrontare.

I progetti di ricerca nel settore del lavoro tramite piattaforma digitale mirano a:

  • esaminare e valutare le opportunità, le sfide e i rischi del lavoro tramite piattaforma;
  • eseguire una mappatura dei tipi di lavoro su piattaforma e dei relativi rischi e opportunità;
  • individuare esempi di politiche volte a prevenire i rischi in materia di SSL per i lavoratori delle piattaforme; e 
  • sostenere lo sviluppo di strumenti pratici per la prevenzione in materia di SSL.

 

Sistemi digitali intelligente

I nuovi sistemi di monitoraggio per la sicurezza e la salute dei lavoratori, quali applicazioni per smartphone, dispositivi indossabili, videocamere mobili o droni, occhiali intelligenti, applicazioni basate sulle TIC e dispositivi di protezione individuale intelligenti vengono sviluppati con l’obiettivo di monitorare e migliorare la SSL. Possono essere utilizzati, ad esempio, allo scopo di monitorare lo stato fisiologico o mentale dei lavoratori, come il livello di stress, l’affaticamento, l’attenzione e la frequenza cardiaca, nonché la postura e il movimento del corpo, per monitorare la posizione dei lavoratori nelle zone pericolose, istruire i lavoratori oppure allertare i dirigenti o persino i servizi di emergenza. Oltre alle opportunità offerte in materia di SSL, vi sono anche preoccupazioni, ad esempio per quanto riguarda la riservatezza dei dati, le questioni relative alla proprietà, all’efficacia e alla standardizzazione.

In questo studio vengono valutate le loro implicazioni analizzando le tipologie di nuovi sistemi di monitoraggio (tecnologie), il loro utilizzo (ad esempio il sostegno alla conformità in materia di SSL, l’applicazione efficace o la formazione), nonché le sfide e le opportunità nell’ambito della SSL associate alla loro attuazione e progettazione. Viene inoltre fornita una panoramica delle risorse sul luogo di lavoro (ad esempio codici di condotta, politiche a livello di impresa, raccomandazioni, orientamenti, protocolli e formazione).

Lo studio è di tipo compilativo, con interviste e studi sul campo. Nel 2023 sarà organizzato un seminario ad alto livello per consolidare i risultati.

 

Telelavoro

Per telelavoro si intende qualsiasi tipo di accordo di lavoro che comporta l’uso di tecnologie digitali per lavorare da casa o, più in generale, lontano dai locali del datore di lavoro o in una postazione fissa. Il telelavoro comporta opportunità, sfide e rischi, che vanno considerati quando si pensa agli sviluppi futuri, comprese le implicazioni per le dimensioni di genere e diversità della forza lavoro, e il differente impatto in tutti i settori e le occupazioni, oltre alle tecnologie nuove ed emergenti, tra cui la realtà aumentata e la realtà virtuale, che dovrebbero avere un ruolo nel mettere il telelavoro a disposizione di un maggior numero di imprese e lavoratori.

Alcuni progetti in questo settore, che si basano anche su precedenti ricerche dell’EU-OSHA, effettuano una mappatura delle opportunità, delle sfide e dei rischi del telelavoro e mirano a sensibilizzare i lavoratori a distanza, i datori di lavoro e altre parti interessate pertinenti.

 

Fonti

Campagne Ambienti di lavoro sani e sicuri – Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro

Digitalizzazione del lavoro – Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro

																				

Adeguare la distanza di sicurezza e prevenire gli infortuni grazie alle norme UNI ISO 14120 e UNI ISO 13857

Normative di riferimento

Prima di analizzare puntualmente i criteri di conformità imposti dalle norme, è bene inquadrare per sommi capi quali sono le normative di riferimento per quanto riguarda i sistemi di protezione perimetrale in ambito industriale.

Le principali normative di riferimento sono:

  • UNI EN ISO 14120: la norma specifica i requisiti generali per la progettazione e la costruzione di ripari il cui obiettivo principale è la protezione delle persone dai pericoli meccanici
  • UNI EN ISO 13857: stabilisce i valori per le distanze di sicurezza sia in ambienti industriali e non industriali per impedire il raggiungimento di zone pericolose del macchinario
  • UNI EN ISO 12100: questa normativa ha come oggetto principale la sicurezza del macchinario, i principi generali di progettazione, la valutazione del rischio e la riduzione del rischio
  • EN ISO 10218-2: requisiti per la sicurezza di robot in ambienti industriali

Di queste prenderemo in analisi alcuni elementi sanciti dalle norme UNI ISO 14120 ed UNI ISO 13857.

 

EN ISO 14120 – Requisiti generali per la progettazione e la costruzione di ripari fissi e mobili

Innanzitutto cosa cosa intende la norma per “riparo”?

Una barriera fisica, progettata come parte della macchina, allo scopo di assicurare protezione. E i ripari possono essere:

  • Ripari fissi, tra cui carter e perimetrali
  • Ripari mobili
  • Ripari operati elettronicamente
  • Ripari regolabili
  • Ripari interbloccati

 

Quali sono i requisiti dei ripari?

  • Rimozione (5.3.9) – Le parti fisse smontabili dei ripari devono poter essere rimosse solo con l’ausilio di un utensile. I ripari fissi devono essere progettati in modo tale da impedire che vengano rimossi facilmente.
  • Rigidezza (5.4.3) – I telai dei ripari e materiali di riempimento devono essere scelti e disposti in modo tale da costituire una struttura rigida e stabile, nonché resistere alle deformazioni.
  • Visibilità macchinario (5.9) – Se è necessario vedere il funzionamento della macchina attraverso il riparo, devono essere scelti materiali con proprietà adeguate (…) o utilizzati pannelli in rete, questa deve avere un’adeguata area aperta e colore adatti a permettere la visione. La visibilità sarà ulteriormente migliorata se il materiale forato sarà più scuro dell’area osservata.
  • Antiarrampicamento (5.18) – L’arrampicamento sui ripari deve, per quanto fattibile, essere impedito mediante progettazione. Per esempio si rende l’arrampicamento più difficoltoso eliminando gli elementi strutturali orizzontali e componenti orizzontali della griglia metallica dalla superficie esteriore del riparo.
  • Ergonomia (5.2.5.3) – I ripari mobili o le parti fisse asportabili devono essere progettate in modo da consentire un funzionamento facile.
  • Solidità (5.4.2) – I ripari, per quanto possibile, devono essere progettati e costruiti con materiali selezionati per resistere e contenere urti ed eiezioni.
  • Riduzione del Rumore (5.16) – I materiali devono essere scelti in modo da ridurre il rumore e le vibrazioni e (…) la risonanza che può amplificare il rumore.
 
 

EN ISO 13857 – Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori e inferiori

Accessibilità al di sopra di strutture di protezione (4.2.2)

Tabella di riferimento per le distanze di sicurezza (estratto UNI EN ISO 13857)

 

Accesso attraverso aperture regolari (4.2.4.1)

La dimensione dell’apertura “e” corrisponde al lato di un’apertura quadrata, al diametro di un’apertura circolare e alla dimensione minore dell’apertura a feritoia. Per le aperture maggiori di 120 mm, devono essere applicate le distanze di sicurezza in conformità al punto 4.2.2.

 

Distanze di sicurezza per accesso alle aperture regolari (estratto EN ISO 13857, 4.2.4.1)

 

Accesso con gli arti inferiori (4.3)

Quando non è prevedibile l’accesso attraverso l’apertura con gli arti superiori, è ammesso l’uso dei valori indicati in questo prospetto per determinare le distanze di sicurezza per gli arti inferiori.

 

Distanze di sicurezza per accesso con gli arti inferiori (estratto EN ISO 13857, 4.3)

																				

ATS Brianza riporta le 7 principali violazioni nella sicurezza delle macchine

Nell’ambito dell’attività di vigilanza effettuata dal personale delle ASL/ATS nelle aziende, in occasione di sopralluoghi effettuati a seguito di eventi infortunistici, svolgimento di piani mirati di prevenzione o per verifiche di attività produttive in essere, sono ispezionati i reparti produttivi e viene verificata la corrispondenza delle attrezzature di lavoro a quanto previsto da norme di legge e norme tecniche. Qualora sia riscontrata la presenza di macchine non conformi e che presentano evidenti rischi per la sicurezza dei lavoratori, il personale di vigilanza contesta con verbale d’ispezione e contravvenzione il mancato rispetto della legge e prescrive che le attrezzature di lavoro vengano adeguate in un tempo prefissato adottando per le sanzioni la procedura prevista dal D.Lgs. 758/94. 

A tal proposito, il Comitato di Coordinamento Provinciale di Monza e Lecco ex art. 7 D.Lgs 81/2008 ha elaborato il documento “Utilizzo in sicurezza delle macchine – Guida per le imprese“, un ricco documento che presenta numerosi allegati utili come guida nelle varie attività di acquisto, manutenzione e gestione delle macchine industriali.

In questo articolo ci focalizzeremo sull’allegato R che presenta le “Violazioni più frequenti in ambito di vigilanza”. Di seguito descriviamo le 7 principali violazioni riscontrate dal personale ASL/ATS.

 

  • 70 comma 2 e Allegato V parte prima Punto 6.1 D.Lgs. 81/2008

la coclea per il trasferimento della materia prima in lavorazione era sprovvista di qualsiasi protezione ed era pertanto raggiungibile anche in movimento dall’operatore. Nell’immediatezza del sopralluogo è stato riposizionata una griglia preesistente che però non risponde ai requisiti di norma in quanto facilmente amovibile”.

 

  • 71 comma 1 D.Lgs. 81/2008

“Le attrezzature di lavoro e macchine messe a disposizione dei lavoratori ……………………… non erano idonee ai fini della salute e sicurezza poiché permettono di avvicinarsi alla zona pericolosa quando è in corso la lavorazione:

  • la macchina ……. presenta il dispositivo di interblocco del riparo, del tipo ad azione negativa, artificiosamente manomesso
  • la macchina ……. era sprovvista di interblocco che impedisse l’apertura del riparo
  • la macchina ……. Presenta un riparo danneggiato che non protegge efficacemente l’operatore”.

“il datore di lavoro non ha messo a disposizione attrezzature idonee ai fini della sicurezza; infatti la macchina…………… presente nel reparto …………. (ancora da mettere in esercizio in quanto in fase di assemblaggio) era disponibile ai lavoratori e poteva essere accesa ed utilizzata dai lavoratori presenti, nonostante non fosse ancora terminata la sua installazione, ovvero la pressa fosse priva di adeguate sistemi di protezione di sicurezza (poteva funzionare, semplicemente inserendo la presa alla rete elettrica)”

 

  • 71 comma 4 lett a – D.Lgs. 81/2008

“Nei reparti di produzione ……… alcune macchine ……………. funzionano anche se lo schermo, normalmente dotato di interblocco, a protezione della zona di lavoro è sollevato. Questo poichè la funzione di interblocco presente fra protezione sollevabile e parte fissa della macchina è stata bypassata unendo artificiosamente le due parti. Pertanto le suddette attrezzature di lavoro non sono utilizzate in conformità alle istruzioni d’uso”.

 

  • 71 commi 1 e 4 – D.Lgs. 81/2008

“Il datore di lavoro non ha messo a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi ed inoltre non ha provveduto affinché alcune delle macchine presenti fossero utilizzate in conformità alle istruzioni d’uso ed oggetto di idonea manutenzione al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza. In particolare: …………………………”.

 

  • 71 comma 4 – D.Lgs. 81/2008

“il datore di lavoro non ha provveduto affinché le attrezzature di lavoro fossero oggetto di un idonea verifica e manutenzione al fine di garantire nel tempo la permanenza dei loro requisiti di sicurezza. In particolare non ha verificato o fatto verificare che sulla macchina   ……………….., il dispositivo di sicurezza costituito da ………………… e interruttori di posizione, fosse inadeguato, in quanto mancante dei  grani di  fissaggio cosicché risultava semplice eludere il dispositivo di sicurezza suddetto”.

 

  • 73 c.d. art. 36 e 37 – D.Lgs. 81/2008

“il datore di lavoro non ha provveduto affinché i lavoratori incaricati dell’uso della macchina ………..  fossero inviati a formazione specifica anche al fine di acquisire competenze relativamente alle condizioni di impiego dell’attrezzatura e alle situazioni anormali prevedibili quali il bloccaggio per contatto accidentale con i dispositivi di sicurezza, alle possibili semplici verifiche che i lavoratori possono fare ad esempio ad inizio turno per accertare la sussistenza dei principali requisiti di sicurezza e garantire una maggior sicurezza per se stessi e per le altre persone”. 

 

  • 17 comma 1 lett a) combinato con art. 28 comma 2 – D. Lgs 81/2008

“il datore di lavoro non ha provveduto nell’ambito della valutazione del rischio infortunistico di utilizzo delle attrezzature di lavoro a valutare i rischi connessi all’uso specifico della macchina ……………….successivamente modificata per aumentarne il volume di carico, in modo da:

  • verificarne l’uso corretto;
  • evidenziare le problematiche relative al carico e scarico
  • procedere a possibili miglioramenti per evitare l’elusione dei dispositivi di sicurezza,
  • redigere istruzioni operative di sicurezza e procedure per la verifica della sussistenza nel tempo dei requisiti di sicurezza”.

 

  • 28 comma 2 lett. a primo periodo D.Lgs. 81/2008

“La ditta ha presentato un documento di valutazione dei rischi generale   ed alcuni documenti di valutazione di rischi specifici: ….  Non è presente una descrizione delle attività svolte con macchine e impianti, non sono stati analizzati macchina per macchina tutti i rischi specifici e non sono state indicate le misure specifiche necessarie per garantire la sicurezza degli operatori”.

 

Fonte: ATS Brianza – Approfondimenti sui rischi lavorativi specifici: Piani Mirati di Prevenzione, FAQ e informazioni 

																				

Nuovo Regolamento Macchine 2023: a che punto siamo e quando entrerà in vigore

Il 18 aprile 2023 il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sulla relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle macchine 2021/0105 (COD), comunemente noto come regolamento macchine. La relazione è stata votata positivamente in vista dell’adozione del nuovo Regolamento Macchine (Regulation of the European Parliament and of the Council on machinery). Abbiamo approfondito le novità del Regolamento in questa news.

Il testo sostituirà l’attuale Direttiva Macchine 2006/42/CE, adeguando le regole ai nuovi sviluppi del mercato e ai rischi derivanti dalle tecnologie emergenti mediante:

  • l’aumento della certezza del diritto in merito a modifiche sostanziali
  • l’inclusione dei macchinari autonomi e telecomandati
  • la garanzia l’interazione tra il regolamento sui macchinari, l’Artificial Intelligence Act e il Cyber Resilience Act per ridurre gli oneri per le aziende
  • l’inserimento di una forte condizionalità nei poteri della Commissione di attuare specifiche comuni, dando priorità alle norme armonizzate
  • la definizione di criteri chiari per l’identificazione di macchinari potenzialmente più pericolosi, superando il concetto di macchinari ad alto rischio della Direttiva Macchine (Annex IV) e mediante l’aggiornamento periodico (ogni 5 anni) dell’allegato I (elenco delle macchine soggette) attraverso lo scambio di dati con gli Stati membri.

La cerimonia della firma è prevista a giugno mentre l’adozione formale e l’entrata in vigore della legislazione avverranno a luglio. Da quel momento le aziende avranno 42 mesi di tempo per allinearsi alle nuove disposizioni che entreranno in vigore a partire da gennaio 2027.

																				

Linee di indirizzo INAIL per la sicurezza e salute nell’industria chimica

Le Linee di indirizzo pubblicate da INAIL ad inizio 2023 sono state realizzate con Federchimica (Federazione Nazionale dell’Industria Chimica) e con la collaborazione delle Organizzazioni Sindacali rappresentative dei lavoratori del settore FILCTEM – CGIL, FEMCA – CISL e UILTEC – UIL.

L’approfondimento mira a fornire alle imprese, in particolar modo a quelle di piccole e medie dimensioni, un supporto operativo funzionale all’adozione dei sistemi di gestione, finalizzato ad aumentare il livello di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le imprese avranno in tal modo la possibilità di sviluppare un approccio compatibile con il percorso necessario per conseguire la certificazione secondo lo schema previsto dallo standard UNI ISO 45001:2018 e, grazie al contributo presente nell’appendice A, di adottare un modello organizzativo e gestionale relativo alla responsabilità amministrativa degli Enti, di cui al decreto legislativo n. 231 del 2001 s.m.i., che rispetti i requisiti previsti all’art. 30 del d.lgs. 81/08 e s.m.i..

 

Linee di indirizzo per l’applicazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro per l’industria chimica

Scarica e leggi qui

 

Fonte: Inail

																				

UNI EN ISO 16090-1:2023 Sicurezza delle macchine utensili

Il 19 gennaio 2023 è stata pubblicata la seconda edizione della norma UNI EN ISO 16090-1 “Sicurezza delle macchine utensili – Centri di lavoro, fresatrici, macchine transfer – Parte 1: Requisiti di sicurezza”.

La norma specifica i requisiti tecnici di sicurezza e le misure di protezione per la progettazione, la costruzione e la fornitura (inclusi l’installazione e lo smantellamento, le modalità di trasporto e manutenzione) di fresatrici fisse, incluse le macchine in grado di eseguire operazioni di alesatura, centri di lavoro e macchine transfer progettate per l’uso in produzione continua, che sono destinate a tagliare a freddo metalli e altri materiali non combustibili ad eccezione del legno o materiali con caratteristiche fisiche simili a quelle del legno come definito nella norma UNI EN ISO 19085-1, e vetro, pietra e materiali lapidei agglomerati come definiti nella UNI EN 14618.

Questa edizione della norma, che sostituisce la prima edizione del 2019, si applica a:

  • alesatrici e fresatrici a comando manuale senza controllo numerico;
  • alesatrici e fresatrici a comando manuale con controllo numerico limitato;
  • centri di lavoro e fresatrici a controllo numerico;
  • macchine transfer e macchine per impieghi speciali.

La norma si applica anche alle macchine dotate dei seguenti dispositivi/attrezzature:

  • magazzino utensili;
  • cambiautensili;
  • meccanismi di movimentazione dei pezzi;
  • meccanismi di bloccaggio dei pezzi alimentati;
  • trasportatori di trucioli;
  • porte ad azionamento elettrico;
  • attrezzature aggiuntive per la tornitura;
  • attrezzature aggiuntive per la molatura

Nella nuova edizione della norma sono state aggiunte anche le cabine operatore mobili.

Questa seconda edizione annulla e sostituisce la prima edizione (ISO 16090-1:2017), che è stata tecnicamente revisionata.

Le principali modifiche sono le seguenti:

  • aggiornamento e aggiunta di funzioni di sicurezza nell’allegato J.
  • revisione delle modalità operative e modifica della designazione da MSO (modalità di funzionamento sicuro) a MO (modalità di funzionamento),
  • l’ex MSO 3 (modalità speciale opzionale per intervento manuale in condizioni operative limitate), nell’aggiunta attuale indicata come MO 3 (intervento manuale in condizioni operative limitate), è stato rivisto in modo che l’utilizzo di un dispositivo di abilitazione è comunque necessario, ovvero non è più possibile erogare il dispositivo di consenso.

 

Fonte: UNI